lunedì, maggio 21, 2007

Travis - The Boy With No Name

INDIE ALBUM: Travis
The Boy With No Name (Independiente - 2007)

Ecco una recensione che non avreste mai voluto trovare sul vostro indie blog di fiducia. Ecco una recensione che non avrei mai voluto scrivere.

Ma non potevamo rimenere tutti nel nostro bel gioco delle parti? Io "rock snob" vecchio stampo (rispetto, con un po' di vergogna, tutto il decalogo de Il Rock Snob, tratto da ROCK, POP, JAZZ E ALTRO – SCRITTI SULLA MUSICA di Nick Hornby), e voi i lettori dai gusti difficili? Tante e tante discussioni a far i Bertoncelli, gli Scaruffi o gli Isidoro Bianchi, ed eccoci qui a parlar dei Travis. Eppure, una massiccia trasmissione su Radio Capital (la radio dell'ufficio) e una certa infatuazione ai tempi di The Man How, mi hanno portato a scar...hemm a procurarmelo.

Va detto fin da subito, i Travis non sono più quelli del '99, ne ora e ne mai. Una storia problematica (nel senso di travagliata, non nell'accezzione esistenzialista), per quanto compatita non fa di un gruppo una bandiera, punto. I Travis, o forse Fran Healy hanno una materia grezza notevole, ma forse la Sony, una produzione furbina e il catchy-pop made in uk, non sono i mezzi migliori per esplodere questa potenza. Cosa sarebbero i Travis nelle mani di una minor Scozzese dove i boccali sono riempiti a metà fra malinconia, poesia e pop d'autore?

Qalcosa di positivo c'è in The Boy With No Name (molto in realtà se paragonato a 12 Memories, del plurivenduto Invisible Band preferisco non parlare), e parlo di un certo ritorno. Il periodo che viene alla mente ascoltando Eyes e Wide Open e Selfish Jean è quello di Good Feeling, e ok, non ho detto The Man How, ma è pure sempre un ritorno ad una condizione precedente e migliore.

La produzione è affidata ad trittico a dir poco di grido: Nigel Godrich, Mike Hedges e Brian Eno. Ma francamente è il lavoro di Eno ad incuriosire di più, i dilatati echi di elettronica in Closer, probabilmente frutto di un suo intervento, vorremmo ritrovarli più spesso nelle 12 tracce del disco. Forse sarò blasfemo, ma mi sembra ormai tramontata la produzione di Godrich, che invero, non ha mai saputo rinnovarsi dopo Ok Computer. Vi prego toglietegli dalle mani xilofoni et simila.

12 canzoni oneste, che non hanno pretesa di essere memorie, ma che per la maggior parte sanno come rimanere impresse. Ovviamente tutte sono costruite, in maniera un po' ruffiana, sull'edonistica voce del cantante Fran Healy. Da sottolineare Big Chair (un incontro tra Radiohead e Beatles) e le romantiche Battleships e My Eyes di fattura tipicamente Travis.

We hate it when our friends become successful (Morrissey)

Similar Artist: Coldplay, Radiohead, Ocean Colour Scene, Oasis
Rating:


Mp3:
Closer
Battleships

6 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie per la segnalazione. ho scritto qualcosa, ci ho provato! ^^ Fra.

Anonimo ha detto...

Ciao!
Eccoci qua, come vedi...
Bello qui.

I Comicomix adorano la musica (Rosi suona il basso...)
Ed è proprio lui che concorda con te sui Travis.

Io (mIster X) sono meno ferrato su questi generi musicali...

Ti lasciamo un sorriso canoro
I Comicomix
Ciao!

Anonimo ha detto...

Grazie per l'info sul concorso vinci i-pod! ;o)

Anonimo ha detto...

Ciao, grazie per essere passati. Sono contento di essere in accordo con Rosi sui Travis.

Ah proporsito Rosi, che musica ascolti ???

Anonimo ha detto...

The man who...

Francesco ha detto...

Quest'ultimo commento parla da solo...

(Chiunque tu sia sono daccordo con te)