sabato, giugno 14, 2008

(Internet) Advertising Killed The Radio Star

Un piccolo dato affiora dall'acqua, e se fosse la punta di un grosso iceberg?
Internet a fine 2008 rappresenterà il 6,3% degli investimenti pubblicitari delle nostre aziende, contro il 5,9% della radio.

Per la prima volta nella storia italiana, quest'anno gli investimenti pubblicitari su Internet saranno maggiori rispetto agli incassi del settore radiofonico. L'Internet Advertising è incrementato del 29,8%, rispetto al 2007, questo permetterà al web di assorbire 675 milioni di euro, contro i 520 milioni dell'anno precedente. La radio gode comunque di buona salute e le sue entrate passeranno da 598 a 623 milioni (+ 4,2%).

I dati parlano chiaro, ma dicono tutto e nulla, voglio accodarci qualche considerazione in termini di contenuti.
Sono un'amante della radio, tremendamente affascinato dalla figura dello speaker preparato, quello che sa mettere su buona musica e che sa motivare le sue scelte (adoro tutte le Radio Rai, Dispenser, Radio 24, Sergio Mancinelli, Nick The Night Fly, John Peel [r.i.p.]... ect etc).

Tuttavia, da diverso tempo la mia ricerca si svolge prevalentemente sul web, la programmazione musicale radiofonica mi ha profondamente deluso ormai. I brani musicali sono praticamente gli stessi in tutte le stazioni, Virgin Radio è un'eccezione, ma quanto durerà?

Nel 2004 una ricerca del Berklee College of Music ha evidenziato che tutte le maggiorni radio statunitensi trasmettono al 58% la stessa musica e quando le emittenti hanno la stessa proprietà il tasso di sincro sarriva a toccare il 73%.

A cosa si deve ciò? Forse che tutti i Dj delle principali radio si copiano fra loro? No se fossero i Dj a scegliere le playlist ci sarebbero meno problemi.
In realtà le radio sono programmate al fine di ottenere i massimi profitti dalle inserzioni pubblicitarie e chi fa "la scaletta" ha bene a mente questo problema. Il Dj spesso è relegato alla presentazione dei brani, che sono trasmessi in seguito a forti incentivi economici e comunque a loro è dedicato uno spazio limitato.

Nessuna persona dai gusti vagamente particolari troverà mai una radio musicalmente soddisfacente.

E' un caso che nell'epoca delle nicchie, di internet e della Long Tail i media di massa perdano ascoltatori (o visitatori), e quindi soldi, ogni giorno che passa? Forse forse no.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Una buona fetta delle radio "major", a partire da Radiodeejay, è diventata un mega bollettino parlato, con sottofondo musicale. Settimane fa leggevo di quanto i Fiamma Fumana avessero poco beneficiato dagli inaspettati passaggi su Radiodeejay: pochi cd venduti, grosso rischio di sputt.mento coi fan della prima ora. Mettici che se leggo una tua buona recensione (e ti stimo, sennò manco ci perdevo il tempo di leggerlo il tuo blog) di un cd, e posso riascoltarlo 5-6 volte, e magari mi pigliasse il vezzo comprarlo, e potessi farlo istantaneamente... beh, è un sacco meglio rispetto a imparare il nome di un artista al 45esimo passaggio in radio. Ma le frequenze per l'emittenza radiofonica sono limitate, quindi i grandi network fanno il loro gioco, i piccoli non giocano proprio, ahinoi. E quindi ci vedo poca probabilità di un'inversione, a men che da qualche parte John Peel reincarnato riesca a fare ora il suo programma.

Io la radio non l'ho mai ascoltata: detesto i dj che cinguettano a proposito di sondaggi inglesi sull'infedeltà coniugale. Soprattutto non mi piace che le percentuali di ascoltare Morissey siano lo 0,05%. Certo che il giorno che inaspettatamente c'ho beccato il nuovo di Mc Cartney, in auto, di pomeriggio, estratto da Chaos & disorder from...", credendolo un fottuto inedito dei beatles, mi sono sentito come probabilmente si sentiva un qualsiasi bopper ad ogni uscita del gruppo preferito. Roba da finire nel greppo.

Francesco ha detto...

Bè, intanto grazie per la stima. :)

In effetti l'odio per il radio-gossip è reciproco. La chiacchierata la tollero solo a livello di informazione (anche politica, non necessariamente musicale) o sui generis di Area Protetta.

Ci sono web radio a livello delle ormai mitiche radio pirata degli anni '70 e del resto esistono anche realtà non "Major" slegate dagli estremi che riescono ad unire advertising e palinsesto musicale deglo di attenzione. Proprio a proposito di questo mi viene da pensare agli amici di Indies - Infestazioni soniche che magari sono ancor più "dentro" alla questione.

Anzi, Dj in ascolto, fatevi avanti!
Se avete un'alternativa a Radio Deejay fatecela conoscere :)

Sachiel ha detto...

La maggior parte delle radio è divenuta un prodotto, dove le 15 canzoni in rotazione sono semplicemente un intermezzo tra chiacchiericcio da parrucchiere. Io lavorando in auto le ascolto la mattina, non perchè mi piacciano sia chiaro, ma solo per avere notizie aggiornate e un sottofondo ai rumori della strada. E poi soprattutto perchè non posso fare centinaia di compilation da portarmi dietro. Anche se periodicamente faccio dischi nuovi che ascolto soprattutto sulla via del ritorno, rilassato. esiste ancora qualche barlume di speranza, forse proprio in radio rai, di notte. Il resto è fuffa.

losco iattolo ha detto...

io vivendo in francia ho imparato che non é detto che la radio debba essere monotona. radio nova é una garanzia di qualitá, forse un po' fighetta, ma mi da l´impressione che mettano quello che gli pare.. poi c'é tsf per il jazz e radio france che comunque trasmette musica contemporanea e da qualche parte ho anche ascoltato lezioni di composizione. radionova e tsf si possono anche ascoltare in streaming, altre radio non ho ancora verificato..

scusate per le informazioni un po' approssimative ma ho spesso computer troppo lenti per info piů dettagliate

giorgio

Francesco ha detto...

@sachiel. condivido il tuo timore nei confronti di quest'urgenza a trasformare tutto in un prodotto.
Rilancio: in macchina meglio compilation o disci interi? O ancora compilation di dischi interi (magari in mp3)?

@giorgio. Grazie per aver condiviso queste informazioni. Come mi facevi notare per email, in effetti generalizzare è sbagliato, questi esempi (ma anche molti altri ed alcuni in Italia), lo dimostrano. Non ho citato la versione in streaming delle old-radio, interessante, ma credo che gli interessi e i valori che stanno sul web e sulle onde radio siano talmente differenti che la radio online e quella "classica" non potranno condividere gli stessi percorsi ancora per molto. Anzi, credo proprio che chi fa radio online debbba perseguire modelli diversi.

Potremmo non finire mai...

Anonimo ha detto...

Vedi alla voce payola, ossia il sistema di T_NG_NT_ -aggiungete voi le vocali - per cui una radio sceglie di trasmettere un brano piuttosto che un altro su "consiglio" della major di turno.
Mai come oggi, in epoca di long tail e nicchie, è la reputazione che determina il successo di un "fine tuner" o "selettore intelligente" che dir si voglia.
C'è chi sceglie Pitchfork e simili.
Chi preferisce i social network e la conoscenza diffusa.
Ma le radio ed Mtv hanno ormai abdicato a questo ruolo, scegliendo la strada dell'intrattenimento e del mero product placement. Avranno fatto i loro conti. Contenti loro.

Ass. Cult. "Infestazioni Soniche" ha detto...

fran, in primis grazie per il pensiero, facciamo indegnamente radio solo per passione, tra l'altro non ruotiamo mai spot nel ns programma(ma capisci bene che vanno in altre ore della giornata)e per fortuna che vanno...
Ti assicuro che via web tuttora l'ascolto è infinitesimale rispetto a quello via etere (lo testiamo settimanalmente noi da tre anni e quotidianamente la nostra radio in tutte le ore della giornata); non sapremmo dire al momento quali possano essere gli sviluppi delle webradio, mi piacerebbe conoscere più a fondo quelli che tu anticipavi come "modelli diversi" per le radio online.
Continuo ad avere fiducia e speranza nelle radio di territorio (le radio di comunità) che perderebbero in partenza la sfida alle major (radio) se cercano di assomigliarle, ma questo paradossalmente può diventare un punto di forza e non di nicchia; guadagnare ascolti e quindi pubblicità grazie all'informazione locale invece che con la musica delle "major" (case disco) è possibile e questo può permettere un po' più di libertà ai selezionatori di musica; è ovvio che solo passione e "volontariato" possono permettere l'esistenza di queste radio; di profitti non se ne vedranno mai, ragion per cui di buona vita invece tanta...
Cordialmente indipendenti, ti salutiamo
segue spam :)
http://infestazionisoniche.blogspot.com

Michele ha detto...

@losco iattolo: la francia è un piccolo paradiso radiofonico... jazz radio france la ascoltano dovunque (e io c sto dentro) proprio perchè trasmette buona musica senza interruzioni... (almeno quella in streaming che conosco bene)... magari avere una situazione del genere in Italia... se non si riesce a rendere più decente la TV figuriamoci la radio...!

per il resto... volevo solo osservare che Virgin radio a mio parere non è questo mostro di innovazione; si beh passa musica diversa dalla maggioranza delle altre radio, però bisogna anche tenere conto che passa i grandi classici insormontabili che, si sa, non possono che fare ascolti... mai ho sentito un gruppo emergente (ora vebbè si chiamano indie :P) passare alla Virgin!
A mio parere la radio può resistere se alza il livello... radio2 a mio parere è maestra di stile con una programmazione pomeridiana spettacolare (la conosco a menadito studiando con la radio accesa tutti i giorni!) ma il futuro è in ogni caso tra le web.radio! Ormai le frequenze tradizionali straripano di radio che rischiano di fare ascolti 0 persino durante il giorno, non è pensabile per i giovani (come me) inserirsi in una situazione simile (avevo proposto un esproprio proletario della radio del mio paese ma mi hanno dissusaso, vabbè XD). L'anno prossimo forse avrò la fortuna di frequentare l'università in una città con una bella webradio studentesca (www.radiobue.it)... starò a vedere :)

PS: ho letto parecchi tuoi pezzi su last.fm (che uso trooooppo) e anche io come te sono veramente incredulo davanti a tutte le possibilità che offre... però devo dire che sento sempre un po' la mancanza di qualcuno che parli un pochetto tra un pezzo e l'altro, no?