giovedì, luglio 05, 2007

The Fiery Furnaces - Blueberry Boat

REISSUED REWIEV: The Fiery Furnaces
Blueberry Boat (Rough Trade - 2004)

Il 23 Ottobre uscirà un nuovo album dei Fiery Furnaces, il titolo è provvisorio: Widow City; quello che è sicuro invece, è che uscirà sotto la Thrill Jockey. La rottura con la Rough Trade è sempre più definitiva.

Ecco un buon motivo per tener duro almeno fino ad Ottobre, nonostante il caldo e tutto il resto. La notizia mi porta a rispolverare questa recensione del 2004: Blueberry Boat, probabilmente il loro miglior disco.

Appena debuttanti nel vicino 2002, i giovani fratelli Friedberger (all’anagrafe Elanor e Matthew) si riaffacciano nel 2004 sul mercato, con quello che sarà il disco della loro definitiva affermazione: Blueberry Boat edito da Rough Trade.

Il duo venne inizialmente accolto con diffidenza, da chi di duetti Garage, familiari (The White Stripes) e non (The Kills...etc etc) ne aveva abbastanza. I Fiery Furnaces invece, fermamente intenzionati a strabiliare, bissarono l'esordio con questo disco quanto meno eclettico, smentendo tutti. La critica è divisa fra capolavoro e “disco discreto”, mi schiero nettamente fra i primi. Il disco farà poi capolino sul mio podio personale, quello dei top indie album di quell'anno.

Realizzato come un concept album, Bluberry Boat và consumato di filato, ma si sconsigliano le piccole dosi. Concatenate l’una all’altra, le 13 tracce si susseguono senza pause, in un crescendo narrativo che supera i 70 minuti di musica. Vera e propria opera rock, Blueberry Boat ha i sapori e i suoni di certe operette glam alla Ziggy Sturdast; un Rocky Orror Picture Show a tinte più tenui, sapientemente miscelato con la magia del Mago di Ozz. Tuttavia marchiare questo disco con l’etichetta “glam” sarebbe riduttivo, alle “Fornaci Roventi” piace cimentarsi con generi diversi e la qualità non scende mai sotto livelli più che buoni.

Il disco si apre con la lunga e languida Quary Cur, dove la voce di Elanor molto vicina a quella di Kazu Makino (Blonde Redhead) è accompagnata da un elettronica alla Air in versione acida. Più euforica è invece Staright Street, una coinvolgente marcetta dal ritornello pseudo rockabilly. Vagamente sixty, nella lineare Chris Micheal, abbiamo l'impressione di ascoltare un Grease a due voci in chiave White Stripes, ipnoticamente rallentato e poi velocizzato.

Un disco davvero notevole, dove i nostri non si fanno mancare pezzi progressive o episodi più dolci come 1917. Una menzione particolare ai veloci ed aggressivi riff di chitarra, che sanno tanto di Who, gruppo feticcio di Matthew, per il quale ha sempre avuto una dichiarata predilezione.

Da ascoltare, anzi da avere, ma attenzione la buca del Bianconiglio è più profonda di quanto non si possa pensare.


Similar Artist: Captain Beefheart, The Velvet Underground, Dresden Dolls
Rating:


Mp3:
Quary Cur

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