martedì, aprile 17, 2007

British Sea Power - Open Season

REISSUED ALBUM: British Sea Power
Open Season (Rough Trade - 2005)

Aggettivi superlativi si sprecarono all'uscita del secondo disco targato British Sea Power. La tesi: una maggior coesione rispetto all'esordio "The Decline of British Sea Power", renderebbe "Open Season" migliore del suo predecessore.

Come potrei essere meno d’accordo?

Ok, probabilmente è vero, “Open Season” presenta una scaletta di canzoni maggiormente uniforme, ma uniformate ad un livello qualitativo medio-basso. Se invece è vero che il debutto dei British, aveva pezzi meno coesi, questo lo è solo nel senso che almeno 4 o 5 canzoni s’innalzavano paurosamente rispetto alle altre. Proprio la presenza di queste piccole perle aveva reso speciale il disco.

Esplosi quasi dal nulla nel tardo 2000, i British Sea Power erano stati fra i primi (forse in contemporanea con gli Interpol) a puntare nuovamente i riflettori sugli ’80, e a riscuotere un discreto successo anche di vendite. I British Sea Power vanno a ripescare i suoni dei Fall, degli Smiths, degli Eco And The Bunnyman e dei Joy Division.

Immediatamente messi sotto contratto dalla Rough Trade, s’imposero come ennesimi salvatori della patria, solo che, questa volta, i candidati erano realmente credibili. Nonostante questo disco rappresenti un mezzo passo falso, a mio dire il ruolo di unica (o quasi) promessa “pop” inglese ce l’hanno ancora. Quindi prendo “Open Season” come il difficile seguito di un ottimo esordio e li “rimando a Settembre”.

Una track list estremamente catchy pop, a volte banalotta e spesso priva delle grinta che sembrava fosse impressa nel loro DNA, troviamo delle piacevoli eccezzioni. S’impongono alla nostra attenzione "Be Gone" e "Please Stand Up", entrambe di Smithsina natura (anche se un po’ tutto il disco guarda in quella direzione). Inoltre, da segnalare, la romantica “North Haging Rock”, con il suo inizio sussurrato (inusuale per un cantante che sembra preferire un approccio simile a quello di Mark E. Smith) e con uno suo sviluppo reso denso e carico da un discreto feedback.

Prima o poi il gruppo si scioglierà nell’acido del mainstream, questo è probabile anche se per niente auspicabile, ma credo che non sia ancora il loro turno. Mi aspetto ancora qualcosa di buono da loro.


Similar Artist: Joy Division, The Fall, The Smiths, Maximo Park
Rating:


Mp3:

To go to sleep
Oh larsen b

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Fran! Ehmm, no, non sono una grafica, ma Photoshop è un gradevolissimo ammazzatempo per i miei neuroni :)
Tra l'altro mi hai fatto un domandone, mumble mumble, mo' ci scrivo su qualcosa, guarda un po'(st)..

P.S. A quanto leggo dal tuo blog, sei più che degna collega di Monterey [consiglio una visita: http://tangerine.splinder.com/]

PaMeLlO ha detto...

ciao fran! ti segnalo il link al mio blog (e pure un curioso meccanismo per cui il mio commento precedente - identico - non è stato pubblicato...boh!)

un saluto!

Sachiel ha detto...

Bello, hai riesumato un disco che ho apprezzato molto l'anno scorso, anzi due anni fa ormai.

Francesco ha detto...

Ciao Sachy, io in effetti ho preferito di gran lunga quello precedente. Tu?
Comunuqe sono uno dei pochi gruppi inglesi di questo filone che mi affascini.

Sachiel ha detto...

quelo precedente mai ascotato, ma so che è molto piu' duro e rock di questo, vero?

Francesco ha detto...

Non direi, ne più duro ne più rock, forse meno melodico e più veloce e sicuramente il cantato molto più ruvido. Ci sono almeno una manciata di pezzi di indubbio spessore.