mercoledì, giugno 23, 2004

Bugo - Golia e Melchiorre

Bugo
Golia e Melchiorre (Universal - 2004)

Partiamo dal necessario presupposto, Bugo o si ama o lo si odia. Da questo non si sfugge, toglietevi dalla mente il piacevole dischetto di sottofondo dei pigri pomeriggi invernali.

Golia e Melchiorre esce per la Universal nel Maggio 2004, un doppio a 16 euro, “Che classe!” come lui stesso tiene a sottolineare. Costituito da un disco Electro-Power e da uno di matrice Folk-Cantautorale, è opportuno parlare dell’uno e dell’altro in maniera distinta.

Nel primo disco Arriva Golia! il Nostro s’impone prepotentemente, è egocentrico, cattura l’attenzione dell’ascoltatore con potenti batterie elettriche o campionate che siano; vedi Devo fare un brec o Hasta la schiena sempre. Scandalizza l’ascoltatore accostando efficaci immagini metaforiche assai poetiche, a polinomi demenziali destabilizzanti: “…in questo tramonto d’arancio, tu mi dai un fazzoletto, io mi sbuccio le ginocchia…”.

Sbalordisce in Il Sintetizzatore, mettendo in scena un riuscitissimo elogio al sintetizzatore, tributando con questo suo manifesto d’amore per il sintetico, Rino Gaetano, le Chicks On Speead e soprattutto la sua Peaches: “..io non suono la chitarra, amo il sintetizzatore…”. Notevole il finale di quest’ultima, dove l’autore sembra aver preso coscienza di se e del mezzo elettrico: “…sto suonando, sto suonando, sto suonando…”. Da non sottovalutare infine la più melodica, ma sempre energica, Un altro conato, la punk-trasgressiva Caramelle o il giallo con finale alla X-file Spargimento Di Sangue.

Potente, geniale, fantasioso e demenziale un mix esplosivo. Non mi sembra inopportuno scomodare Beck, anzi sembra proprio che Bugo voglia incarnarne una versione nostrana.

Per quanto riguarda La Gioia Di Melchiorre, è un disco particolare, esattamente quello che non ti aspetteresti da uno come lui. Si discosta a tal punto dal personaggio che in un primo momento la Universal si rifiutò di metterlo in commercio. Dovette poi cedere davanti alla caparbietà del cantante.

Registrato quasi completamente in casa e suonato per intero da Bugo, il disco conta delle sole chitarra, voce ed armonica. Testi scarni, immagini vivide, qualità bassa: un blues con la “B” maiuscola. Impossibile non pensare a Battisti specialmente in Che diritti ho su di te. Baciato da un malinconia che sa tanto di sconfitta in Rimbambito rivivono gli stessi stati d’animo nell’elettronica crepuscolarità di Sentirsi da cane e nelle più romantica “Guardo su”. Una vera sorpresa, chi lo avrebbe mai detto!

Bugo: Che classe!

Similar Artist: Rino Gaetano, Lucio Battisti, Beck
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