lunedì, novembre 12, 2007

Guided By Voices - Half Smiles Of The Decomposed

Guided By Voices
Half Smiles Of The Decomposed (Matador - 2004)

Un pezzo di storia, oggi.

Mezzi sorrisi degli sciolti. Alla luce di quanto si sa già, ovvero che questo dischetto rappresenta il commiato del gruppo alla ribalta del palcoscenico, verrebbe da pensare che il titolo sia "solo" l’ennesima battuta arguta del sottile Pollard.

Un passo indietro.
I Guided By Voices sono un gruppo di culto della scena indie alternative americana, dall’ Ohio, incidono per la Matador e cavalcano l’onda ormai dai lontani 80 (l'esordio è datato 1984). I loro generi spaziano dal lo-fi, all'alternative rock e dal college rock al post-punk di cui abbiamo parlato solo pochi post fa.

Robert Pollard ne è leader assoluto ed è un vero e proprio genio iperattivo. Il disco precedente Heart Quake Glue (bellissimo) è di soli pochi mesi precedente questo, la discografia dei GBV conta in vent’anni quasi altrettanti dischi e Bobby Pollard dal giorno di pubblicazione di quest'album, ne ha già pubblicati altri 6 come solista.
Tutti questi numeri a giustificare la leggenda, secondo la quale, se avessero pubblicato solo la metà dei loro dischi, ma un po' più concentrati, sarebbero stati un gruppo alla pari dei Pavement o dei Pixies.

Mi piace dare l'ultimo saluto (non troppo tardivo, visto che già ne parlai all'epoca su una webzine) ai GBV, con questo che è il loro ultimo messaggio, ma non è certo il disco che consiglierei ad un neofita. Le 14 tracce totali, poche oltre i 3 minuti, come da copione, sono povere dell'entusiasmo e della vitalità che erano un po' il marchio di fabbrica dell'ensamble. Rimane un buon disco, impedibile per gli appassionati soprattutto per i valori intrinsechi, un finale più che decente, ma non un capolavoro.

Nonostante la mediocrità rispetto alla discografia precedente, Half Smiles Of The Decomposed si farà ricordare per alcune perle, quali le romantiche e melodiche Window Of My World, Tour Guide At Winston Churchill Memorial e Sing For Your Meat. O per episodi più obliqui come Sleep Over Jack, dove dopo un inizio lineare e ritmato si chiude con un finale psichedelico, ripetitivi beat elettrici si intervallano a ciclici e ipnotici strazianti "I Know". Più veloci e ritmate Gonna Never Have To Die, Sons Of Apollo dove Bob non si fa mancare un insolita introduzione rappata (o adesso o mai più) e Asia Minor dall’ interessante incipit pianistico.

Un capitolo chiuso definitivamente? Non credo, le reunion ultimamente vanno parecchio.

Similar Artist: R.E.M., Pavement, The Who
Rating:


Mp3:
Everybody thinks I'm raincloud

Nessun commento: