giovedì, maggio 10, 2007

Modest Mouse - We Were Dead Before The Ship Even Sank

INDIE ALBUM: Modest Mouse
We Were Dead Before The Ship Even Sank (Epic - 2007)

Pare sia l’anno delle collaborazioni fra “topi” ed ex new-wavers. Così alla collaborazione fra Mark E. Smith (ex The Fall) e Mouse On Mars, si aggiunge quella fra Modest Mouse e Johnny Marr, con un “però”. Però l’ex Smiths è entrato stabilmente a far parte della line-up del gruppo di Issaquah.

A 13 anni dal loro esordio, nel 1994 per la K records, Isaac, Jeremiah e Judy dallo stato di Washington, tornano sugli scaffali nella loro forma migliore e con i riflettori puntati. Oltre ai vari collaboratori (in certi pezzi abbiamo anche la voce degli Shins, James Mercer, dietro al microfono), ritroviamo alla batteria il latitante Jeremiah Green.

Un buon critico, non dovrebbe lasciarsi influenzare da nulla che non siano i pezzi del disco, ma io non sono certo un buon critico e parto con almeno un paio di pregiudizi. Il primo: i Modest Mouse escono per la prima volta per una major. Il secondo: i Modest Mouse sono notoriamente uno dei gruppi “feticcio” del tramontante portale bitchforkmedia (in realtà pitchforkmedia: recenti cali di stile gli hanno valso il poco lusinghiero epiteto di bitchfork n.d.a.). E vi risparmio le menate sulla comparsata in The O.C., sul record di vendite alla prima settimana e sulle mega-copertine dedicate.

In realtà i pregiudizi di cui sopra mi abbandonano presto, e per scrollarmi di dosso l’ombra di Pitchfork, vi assicuro, ce ne vuole parecchio. We Were Dead Before The Ship Even Sank è un signor disco, il marchio è inconfondibilmente quello dei Modest Mouse, ma il suono è assolutamente figlio di quest’epoca musicale, attuale, vivace e speziato. Il solito piglio da "ottimisti più per indolenza che per convinzione", si cimenta nella narrazione di un'incopiuto concept, a tinte noir, su novelle a sfondo marino.

I più credibili eredi dei Pixies (forse assieme ai Broken Social Scene, ma questi hanno ancora molto da dimostrare) riescono ancora una volte nell’unire riff spudoratamente catchy-pop, riverberi di musica tradizionale e una vocalità aggressiva spesso con cadenze rap.

La new-wave a marchio Johnny Marr è ravvisabile in diversi passaggi, la chitarra ritmica, in pieno stile post punk di Dashboard è solo il primo esempio che mi passa per il lettore. L’iniziale March Into The Sea, invece, battezza l’ascolto con un piglio grintoso, persino più audace di quanto il gruppo ci avesse abituato, ma è un’illusione. Le risate rauche, grottesche, ironiche e cariche di autocommiserazione, preludono infatti altre 13 tracce dove il dinamismo non oltrepassa mai la sottile linea dell’irruenza.

Ascolto non impegnativo, anzi. I Modest Mouse entrano a diritto nel novero dei classici, solo i grandi riescono a incidere dischi importanti con questa leggerezza. We Were Dead Before The Ship Even Sank non è certo una sorpresa, ma una piacevole conferma che innalza definitivamente la statura del gruppo. Easy-listening impegnato.

Similar Artist: Pixies, Built To Spill, Wolf Parade, The Islands
Rating:


Mp3:
Fire it up
Florida

5 commenti:

Anonimo ha detto...

questo lo devo ancora metabolizzare perbene...quello precedente, the moon eccetera eccetera mi aveva colpito non poco...cmq bella recensione e 'easy listening impegnato' è una gran trovata....:)

Francesco ha detto...

eheheh, joses, devi concedergli un po' di tempo.

grazie per il complimento , il precedente mi pare che fosse good news for people who loves good news. hai sentito questo o qullo prima ancora moon antartica?

comunque sia entrambi magnifici.

Anonimo ha detto...

mmmmm(nel senso che sto pensando)....credo di avere the moon and antarctica, bellissimo..ma a volte mi perdo negli ascolti e comunque vedo di recuperare anche quell'altro!!! :)

Sachiel ha detto...

Mi sonos emprepiaciuti con riserva, il disco in questione è valido, a arte qualche pezzo che non mi scende è un bel disco. E il signor Marr si sente eccome.

Francesco ha detto...

Si, più lo ascolto e più Marr mi sembra ingombrante. L'esordio è da "urlo" e Marr riesce dare ad un gruppo di questa caratura un tocco cool post-punk, ma genuino e credibile.

Bravi.