lunedì, maggio 07, 2007

Dead Meadow - Feathers

REISSUED ALBUM: Dead Meadow
Feathers (Matador Records - 2005)

Ho scritto questa recensione nel 2005 (l’album è dello stesso anno) per una web-zine emo che oggi non si occupa più di musica indipendente. La recensione non è più disponibile sul loro sito e poiché il disco merita davvero ve lo ripropongo. Non ho cambiato quasi nulla nella recensione e nulla su ciò che penso di loro, ma ho preferito abbassare di mezzo voto il giudizio finale.

I Dead Meadow provengono dal distretto di Washington, quattro componenti e cinque dischi, dei quali questo ultimo Feathers ad un passo dalla perfezione. La band di Jason Simon è probabilmente il miglior gruppo psichedelico attualmente in circolazione.

I Dead Meadow nascono come trio nel 2000, sulle ceneri di un paio di gruppetti essenzialmente punk. Incidono il loro primo long playing per la Toletta Record dell’ex Fugazi Joe Lally, solo nel 2003 firmano per la Matador. Nel corso del 2004 arrivano all’attuale line-up.

Non incontreremo in Fathers un solo ammiccamento o compiacimento a qualcosa che stia al di fuori di un certo sound psichedelico più che mai apocalittico. Unici accenti fuori tema, un vago retrogusto proto-punk (solo abbozzato, più un ombra nel loro DNA che una reale intenzione), l’acustica “Stacy’s Song” e la romantica “At Her Open Door”.

Le canzoni, tutte lunghe, vedono le due chitarre protagoniste nell’avvolgersi e nell’avvolgerci; intente ad imbrigliare l’ascoltatore quanto mai offuscato. L’effetto stordente è lo stesso di un bicchiere di Barolo oltre la tua soglia si sopportazione.

Emergono dall’aura d’oscurità accordi carichi di pathos, come bolle d’aria da un mare di catrame bollente. Giovani, facce lisce, capelli lunghi, volti rigati da perle di sudore, in una mano l’ascia elettrica nell’altra l’amplificatore: questi sono i Dead Meadow. Percorrendo a ritroso l’albero genealogico delle influenze musicali, troveremmo sicuramente Spaceman3, Spiritualized, Comets On Fire e 13Th Floors Elevetor. Tra gli episodi migliori l’iniziale “Let’s Jump In”, il loro invito a tuffarci nel magma sonico, “Get Up On Down” e l’interminabile “Through The Gates Of The Sleepy Silver Door”.

Disco tutto da ascoltare, denso ma soprattutto pesante. Tutt’ altro che immediato: un faccia a faccia con le ombre della vostra coscienza.

Similar Artist: Spiritualized, Comets on Fire, Dead Moon, 12th Floors Elevator
Rating:


Mp3:
At her open door

5 commenti:

Sachiel ha detto...

Solo per informarti che gli art of fighting mi hanno conquistato.bene bravo bis

Francesco ha detto...

Ciao Sach, bene, sono contento, meritano davvero. Ora sono curioso di ascoltare il nuovo, tu l'hai già sentito?

Ti preannuncio che presto su queste pagine leggeremo anche di Modest Mouse e di Television Personalities.

Ciao ciao

Sachiel ha detto...

Il nuovo no, attendo le tue prox recensioni, ormai qui ci passo quotidianamente.

Anonimo ha detto...

Ringraziamenti per questa buona rassegna. Le notizie non sono che "le piume" sono state ristampate. Il nostro secondo album "urla dalle colline" (Tolotta 2001) è stato ristampato da Xemu Records (il 17 aprile negli Stati Uniti, maggio 14 in Europa). http://xemu.com

Francesco ha detto...

Grazie Dead Meadows! Grazie per essere passati di qui e per aver lasciato il vostro commento in italiano per giunta!

In effetti Feathers non è stato ristampato, ma questo i lettori di Indie Riviera lo sanno, "reissued" si riferisce alla ri-edizione della recensione. L'ho spiegato in più punti del blog.

La ristampa del vostro esordio l'ho già acquistata ; )